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TECLA - FONDO PLASTICO

Che senso ha il vostro costruire? Qual è il fine d’una città in costruzione se non una città? Dov’è il piano che seguite, il progetto?
– Te lo mostreremo appena termina la giornata; ora non possiamo interrompere – rispondono.
Il lavoro cessa al tramonto. Scende la notte sul cantiere. È una notte stellata. – Ecco il progetto, – dicono.

da “Le Città Invisibili” – Italo Calvino

 

IL PROGETTO È UN CIELO STELLATO

Quadro illuminabile, plexiglas, cornice in legno di abete naturale, cm 59,5 x 58,5 x 2.
Foto di Luciano Calzolari
Foto di Luciano Calzolari

In un rarefatto paesaggio realizzato con vernici e sabbie, su toni di grigio e nero opaco, una serie di forme gialle e trasparenti salgono verso l’alto per prendere, nella parte superiore, una forma geometrica più definita. Nella città di Tecla ferve un’attività di costruzione continua; ho cercato di mantenere nella mia realizzazione un senso di movimento, di salita, di mistero, messo in risalto da forme geometriche gialle, che, illuminate, sono rese più vive e luminose come le stelle.

 

Nadia Burci – La Majorana Ceramiche

Nadia Burci inizia per passione e matura l’esigenza di acquisire una propria fisionomia, sotto il profilo delle scelte stilistiche, estetiche ed espressive. Attraverso la sperimentazione di nuove tecniche, l’adozione di tipologie ceramiche giapponesi (RAKU), lo studio e l’osservazione delle maioliche antiche giunge alla rielaborazione delle forme e dei motivi decorativi, rendendo così personale il proprio prodotto. Nel 1980 apre un laboratorio in via Majorana, 2/c, a Bologna, dove realizza creazioni originali in materiale ceramico, vetro e scarti, anche su ordinazione.

 
 
LUOGO

CHIESA DI SAN MARTINO
loc. Castelcies – Cavaso del Tomba (TV)

Quasi sulla cima di una collina, a circa due chilometri dal centro di Cavaso del Tomba, sorge la chiesetta di S. Martino, costruita accanto al castello edificato nella prima metà del secolo XII; dall’alto di uno sperone, circondata da boschi di castagni e da verdi vigneti, essa domina il cuore della Valcavasia. L’area del castello è oggi occupata dai resti di una fortificazione medioevale recentemente restaurata. Il castello, che tradizionalmente si fa risalire all’opera di Gherardo Maltraverso, ai tempi dell’Imperatore Enrico II (1002-1024), sarebbe poi stato distrutto nel 1284 da Gherardo da Camino.
Non si conosce con esattezza il momento dell’edificazione della Chiesa, ma si pensa sia stata eretta (o piuttosto ri-eretta) nel 1168. L’edificio è in stile romanico, non ha molte pretese architettoniche, ma colpisce per la sobrietà e la purezza della linea della facciata, sormontata da un grazioso campaniletto e ornata da un armonioso portale con arco a tutto sesto. All’interno, al centro del presbiterio a nicchia, si trova l’altare, la cui mensa è costituita da un grosso monolito di lumachella. Le pareti interne sono ricoperte di affreschi (ora restaurati): quelli del presbiterio sono i più antichi e si possono far risalire al XIII secolo; successivi invece quelli delle pareti realizzati nel ‘500 e attribuiti a Marco da Mel. All’interno sono stati rinvenuti manufatti di notevole interesse dell’epoca della romanizzazione e romana, quali la stele bilingue in alfabeto retico-etrusco e latino arcaico e la stele funeraria di Calpurnio Saturnino.